Mentre sorseggiavo il mio bollente “Earl Grey Tea”, il mio preferito, stavo osservando la mia profonda tazza fumante e non so per quale strano motivo, mi è piombato in mente il signor Dante Alighieri, padre della lingua italiana.
Purtroppo negli anni liceali dove si affronta la vita e le opere di questo capolavoro d’uomo, ho avuto la grande sfortuna di avere una professoressa che non mi ha fatto appassionare alla sua famosissima Commedia e non perché io non ami la letteratura italiana, intendiamoci bene, io adoro e stimo il nostro patrimonio, ma semplicemente perché a parer mio (e lo ribadirò fino al mio ultimo respiro), quella donna alta col caschetto che si reputava una professoressa, sapeva far tutto tranne che il suo mestiere.
Comunque, riportando quiete al mio spirito con un intenso sorso di tè, ho ripensato alla figura di quest’uomo dal naso orripilante ma altrettanto famoso e riaprendo il cassetto della mia memoria intitolato “Dante Alighieri” sono uscite tante cose, tra cui mille parafrasi dei suoi Canti, versi poetici, scarabocchi, imprecazioni per voti scorretti che ho ricevuto nei compiti dedicati a lui e, alla fine, è uscito anche un bigliettino un po’ stropicciato, che recitava qualche verso del Purgatorio, dicendo:
“Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti.”
In parole spicciole, Virgilio consiglia a Dante di seguirlo e lasciar perdere le chiacchiere della gente, incitandolo a comportarsi come se fosse una torre salda, che non crolla e non si smuove nonostante i forti venti.
Pensando a queste parole scritte abilmente da Dante, me ne viene subito in mente una sola, chiara e cristallina, scritta in stampatello maiuscolo a grandi caratteri:“FERMEZZA”.
Appena penso a questo vocabolo che già di per sé possiede un suono piuttosto forte, che non lascia spazio ad incertezze, subito vedo che nella mia testa parte per la rincorsa a gran velocità la parola “DECISIONE” e non so dirvi se questa corsa sia una gara amichevole oppure una vera e propria competizione.
Il mio cervello mi ha appena proposto un’accoppiata di parole che mi spaventa un po’.
Bevo un bel sorso del mio amico tè, magari m’infonde un po’ di coraggio.
FERMEZZA e DECISIONE.
Due parole che nel mio vivere quotidiano stanno iniziando a conoscersi, cerco di farle andare di pari passo e provo a farle convivere; ogni tanto si spintonano e parte qualche pugno perché litigano e non possono sopportarsi, altre volte, quando le osservo di nascosto, vedo che si sorridono e si scambiano occhiate amichevoli. Ultimamente ho notato che il loro strano rapporto di “amore-odio” sta pian piano migliorando e ne sono felice.
A “FERMEZZA” ho assegnato il ruolo di giudice, cosicché possa risolvere le tante controversie che si presentano nella mia mente e le ho dato anche il permesso di rimproverarmi quando, citando Dante, permetto alla mia torre di vacillare. Per quanto riguarda “DECISIONE”, a lei ho semplicemente chiesto di essere più presente, di non starsene timidamente in disparte ma di partecipare attivamente a tutto ciò che accade nella mia vita, perché se non si decide non si vive.
Prendere una qualsiasi decisione può essere una cosa che ci spaventa, a me spesso terrorizza, ma se non s’impara a farlo va a finire che saranno gli altri a prenderle al posto nostro e non c’è cosa più sbagliata perché scegliere e di conseguenza decidere, è una grande virtù che è stata concessa all’essere umano e non sfruttarla sarebbe imperdonabile.
Per una volta in vita mia, forse la prima, vorrei provare a pensare positivo (che fatica!) e quindi inizio dicendo che le decisioni sono l’inizio di un percorso, corto o lungo che sia, e non il fine di un qualcosa.
Gustandomi gli ultimi sorsi di tè penso che molto probabilmente dovrei rispolverare e riprendere tra le mani la celebre Divina Commedia, è un peccato avere un brutto ricordo di questo scritto, magari la seconda volta è quella buona, tutti dovremmo avere e dare una seconda possibilità, non credete?
Intanto io m’impegnerò a far andare d’accordo queste mie due nuove amiche, “FERMEZZA” e “DECISIONE”, giusto adesso vedo che stanno passeggiando a braccetto, sembrano serene e lanciandomi uno sguardo complice mi stanno bisbigliando qualcosa, tendo l’orecchio… “…Fermezza nelle decisioni.” Ho captato queste parole, poche ma buone, che rappresentano una realtà, una trasparenza, una paura da combattere.