Piano piano la città si sveglia…
Le strade sono ancora assonnate, le persiane chiuse, alcune si aprono, altre invece sono già spalancate per far entrare la brezza del mattino. L’Estate sta per fare i bagagli e l’Autunno inizia a far capolino.
Quanto ti aspetto mio caro mese dalle foglie arancioni, dalle serate di pioggia, maglioni e tazze bollenti.
Freddo fuori, caldo dentro. Ma ancora non ci siamo, le giornate sono ancora lunghe. Ogni cosa a suo tempo, la Natura ce lo insegna costantemente.
La città si sveglia… C’è chi cammina a testa bassa, forse sta cercando di ricordare il sogno della nottata. Oppure una mente metodica sta già organizzando tutta la giornata. C’è chi corre perché è in ritardo e chi invece cammina con la musica nelle orecchie per iniziare la giornata in movimento. Un passo dopo l’altro e la città si sveglia.
Lente si muovono le tende, anche la casa si sveglia. L’anima si stiracchia insieme al primo mugolio mattutino. Sveglie che suonano, il latte accoglie i biscotti, le macchinette del caffè sono all’opera, i bar si riempiono, è tutto un “buongiorno” qui e là. Sorrido.
Le luce del sole abbaglia senza chiedere il permesso, l’aria è frizzante e piena delle speranze che risiedono nell’alba di una nuova giornata ma che spesso si diluiscono nella prima tazzina di caffè. Spesso eh, non sempre e soprattutto dipende dal tipo di speranze. Le mie me le tengo sempre strette, le abbraccio e cerco di renderle reali.
I semafori sono rossi, dormono ancora. Poi aprono gli occhi, ecco la sveglia, il verde e via che tutti si muovono.
Accendo la radio ma la rispengo subito dopo, non ho voglia di voci estranee. Abbasso il finestrino e mi ritrovo a preferire l’ascolto di una città che si sveglia.
Sul ponte lo sguardo si perde.
All’incrocio faccio girare i pensieri, li scelgo. Li voglio belli, reali, freschi e genuini, pieni di sorrisi.
La città si sveglia lenta ma allo stesso tempo ha un ritmo regolare, sembra una canzone di Dalla o di De Gregori, nella mia testa ha la loro sensibilità. Quanti colori, quanti profumi.
Sono al semaforo, è rosso. Uso questo tempo, attimi in cui guardo in su sporgendomi appena in avanti. Il vetro è sporco ma il cielo è pulito, come i miei pensieri.
La città si sveglia… Insieme alla vita, insieme a me, insieme a noi.