A mai più caro 2015!

 

Mancano ormai poche ore e tutti quanti saremo costretti a salutare anche quest’anno giunto al termine.
Dovete sapere che io odio, detesto e sono praticamente allergica ai numeri dispari. Eh lo so, ho le mie fisse, ma chi non le ha?
Non posso farci niente, quando mi capita tra le mani un qualsiasi numero, anche il semplicissimo bigliettino che sta ad indicare il proprio turno alla coda della panetteria del supermercato, se è dispari m’infastidisce.
Per fortuna sono nata il 04/02, entrambi numeri pari, di scarpe porto il 38 e il mio nome è composto da 6 lettere, insomma mi sento meglio se intorno a me appaiono numeri pari e se per caso me ne capita uno dispari, allora lo sommo, lo divido, lo moltiplico, faccio la radice o lo tagliuzzo a fettine, ma cerco in tutti i modi di farlo tornare pari, quindi potete comprendere l’enorme disagio che avevo a scrivere “2015”.
Finalmente è finito, lo accampagno volentieri al suo vagone del treno del non ritorno, gli porto addirittura i bagagli.

Di solito tutti fanno dei buoni propositi per l’anno che sta per bussare alle nostre porte, ma tanto sono solo parole buttate lì, “frasi fatte” che spesso si ripetono, infatti tutti vogliamo essere più generosi, più magri (tutti gli anni si inizia la dieta, un po’ come tutti i lunedì), più belli, più positivi e perché no, anche più ricchi.
Io non faccio pronostici perché ogni anno, ogni mese, ogni giorno della nostra vita corrisponde a una piccola scatola chiusa che apriamo la mattina quando i nostri occhi prendono vita e non sappiamo cosa ci si può trovare dentro. Possiamo sperare, possiamo fare ipotesi, pensieri positivi, ma tanto si sa, noi esseri umani abbiamo la facoltà di scegliere il gioco ma poi è il cartaio che dà le carte e decide le nostre sorti.
Non facendo quindi pronostici, decido di tirare le somme.
Il 2015 è stato un anno decisamente contorto. Mi ha dato degli schiaffi in faccia che se guardo bene ho ancora le guance arrossate, mi ha fatta piangere più del dovuto, mi ha fatta arrabbiare, mi ha scompigliato le idee che da chiare e limpide sono pian piano diventate confuse e disordinate, ma alla fine, dopo svariati mesi di apnea, mi ha fatto respirare. Alla fine mi ha riportata a galla.
Un anno che mi ha insegnato, con metodi un pò all’antica stile ‘800 (mi ha messo in ginocchio sui ceci, maledetto!), a rispettare me stessa prima degli altri, a non pensare ai chiacchericci della gente, ma di pensare prima a me, a cosa mi chiede il mio corpo, il mio animo. Mi ha fatto lavorare su di me, ha attorcigliato i rami del mio albero, mi ha staccato qualche foglia, ha calpestato le mie radici, alcune volte mi ha annaffiato troppo, altre troppo poco, mi ha destabilizzato, ma alla fine, proprio quando sta per andare via, ha fatto sbocciare un fiorellino sul ramo più piccolo, un fiore timido che detto sinceramente non so come gestire.
Credo che abbia lasciato al 2016 l’incombenza di insegnarmi a trovare un equilibrio per questo fiorellino che custodisce le mie nuove idee, (i miei nuovi propositi, proviamo a farli!) perché se lo metto sul palmo della mia mano lo sento così fragile, se rilascio troppo le dita lo faccio cadere, ma se le stringo troppo sgualcisco i petali fino a farlo morire.
Caro 2015, mi hai cambiata su tanti aspetti, non so ancora se in meglio o in peggio, lascerò che sia il tempo a fare da giudice, per adesso ti prometto che ce la metterò tutta a badare al mio piccolo fiore e cercherò di far fiorire tutto il mio albero.
Prima di andare via, anche se continuo a pensare che tu mi abbia strapazzata un po’ troppo per i miei gusti, vorrei abbracciarti un’ultima volta, perché sì, mi hai buttata in un tornado, ma solo adesso ho notato che non ti sei scordato di mettermi l’imbracatura e che soprattutto, sotto di me hai lasciato un bel gruppo di persone a tenere ben tirato il tappeto protettivo anti-caduta, pronte a prendermi in qualsiasi momento.
Via, a conti fatti ti dirò che sei stato come uno di quei professori che ti fa penare tutto l’anno, ti tortura psicologicamente e ti terrorizza, ma che alla fine quando meno te l’aspetti, ti dà un meraviglioso 9 in pagella.
2016 ti do il benvenuto e brindo a te che sei un anno pari, quindi tiro un respiro di sollievo, PERO’ (perché c’è sempre un però), sei un anno bisestile e ahimè, come si suol dire “anno bisesto, anno funesto” e pensa, sono pure superstiziosa!