Tra caso e destino…

Chissà se esiste un progetto per ognuno di noi.
Chissà se è già tutto scritto o se avviene per lo più a caso.
Ecco, questi sono quelli che io chiamo “pensieri zero” ovvero quei pensieri senza senso, quelli che non hanno né capo né coda perché di base puoi pensarla come vuoi ma non esiste un qualcosa di provato che ti possa dire con certezza “è così” oppure “è cosà”.
Prima non credevo al caso, anzi, pensavo che ci fosse una spiegazione a tutto, nascosta o visibile.
Adesso invece mi ritrovo a pensare che forse non c’è logica, non c’è un progetto, non c’è niente di percorribile ma tutto viene buttato in un mega calderone a casaccio.
Il caso. Così tanto discusso e così irrisolto, chissà, magari mi piace perché mi somiglia.
Il caso permette di fluire senza un perché, come quando cammini ma non sai dove andare, non sai dove ti porterà quel sentiero e cosa ci trovarai, chi incontrerai, se arriverai in vetta.
Anche perché, se non si crede nel caso, l’altra opzione quale sarebbe? Il destino?
Urca urca, il destino me lo visualizzo sempre come un sorriso beffardo. Su più cose mi dicevo “è destino” ma poi in realtà non erano destinate a un bel niente. Quindi no, non credo in lui, è una coperta di Linus, un qualcosa per farti sentire in un certo senso protetto, nel giusto, tanto insomma, è destino no? Eh no, mica va così.
Alla fine, secondo Democrito «Tutto ciò che esiste nell’universo è frutto del caso e della necessità» e chi sono io per contraddirlo? Tutto viene fatto e pensato per necessità, ovviamente propria non altrui, l’essere umano scorda spesso il significato di altruismo bensì tiene molto bene a mente quello di egoismo.
Se ci fosse davvero un qualcosa di scritto, vorrei sapere in che lingua è stata composta la bozza del mio percorsino di vita, perché le opzioni sono due: o è sbiadito e si legge male, oppure è scritto in aramaico antico e quindi la faccenda si complica parecchio.
Devo imparare l’aramaico? Così poi qualcuno mi prende per posseduta… Ci mancherebbe anche questa.
Credo che semplicemente lascierò fluire le cose, un po’ anche a caso sì, non tutto deve avere per forza una benedetta spiegazione.
Lascerò fare un po’ alle casualità e non alle coincidenze, poi staremo a vedere se cambiare rotta o meno. Tanto qui è tutto così fittizio che sembra di camminare in una coltre di nebbia densissima.
Dov’è il tasto per accendere i fari anti nebbia? Eh, devo cercare anche quello.
Tra caso e destino miei cari lettori, vi auguro un felice mercoledì e vi voglio dare anche un consiglio: quando fate la doccia, mettete la musica, altrimenti rischiate di scivolare in pensieri attorcigliati come questo qua.