Un gran via vai

Ero nel centro storico della mia vecchia ma sempre elegante Firenze, mi sono seduta su di una panchina mezza al sole e mezza all’ombra; la temperatura era a dir poco perfetta, sole bello combattivo accompagnato dall’arietta fresca che ti permetteva di godertelo, il cielo era completamente celeste, pulito e limpido senza neanche mezza nuvoletta.
Il primo sguardo l’ho dedicato a quell’edificio imponente al di là del fiume che bagna la nostra Fiorenza, un palazzo nel quale ho trascorso cinque bellissimi, sudati ma indimenticabili anni del liceo, ho salutato quella finestra che mi ha tenuto compagnia e mi è scappato un sorriso quasi nostalgico. Poi il mio sguardo è stato catturato da quell’incredibile via vai di gente, mamma mia quante persone mi sono passate davanti, non saprei neanche darvi un numero preciso.
Ho sentito parole di tante lingue differenti, ho visto volti bellissimi e altri tremendamente brutti, ho visto ragazzine truccate all’ennesima potenza e vestite alla Katy Perry ed altre acqua e sapone, ho incrociato sguardi felici, altri tristi, altri ancora persi nella strada davanti a loro e altri ancora coperti dagli occhiali da sole per proteggersi dalla forte luce solare oppure, come dice il maestro Battiato nella sua “Bandiera Bianca”, “…C’è chi si mette degli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero…”.
Ho notato molti ragazzi che correvano sul lungarno con la musica nelle orecchie, tanti signori ben vestiti a spasso o in bicicletta per le vie del centro storico per ricordarsi della la loro spensierata giovinezza, sono passate tante macchine, infiniti motorini, i canottieri nell’Arno che probabilmente si stavano allenando e poi, un po’ più in su, è passato anche un aereo e chissà dove stava andando.
Sono passate molte coppiette, mano nella mano, alcune si lanciavano sguardi sognanti e pieni zeppi d’amore e di tenerezza, altre coppie invece, anche se si tenevano per mano, avevano gli sguardi che viaggiavano su due binari differenti, come se i loro corpi stessero camminando fianco a fianco ma le loro anime sembravano essere distanti anni luce, anzi, probabilmente erano su due pianeti opposti.
Ho visto genitori che tenevano la manino dei propri figli, alcuni interagivano con loro, altri purtroppo erano tristemente presi dai loro pensieri o dal telefono, anziani che passeggiavano a braccetto col golfino sulle spalle perché anche se regnava il sole l’arietta era pungente, donne dall’aspetto estremamente snob con lo sfarzo che stava uscendo anche dalle orecchie che camminavano a petto in fuori come dei tacchini sui loro elegantissimi tacchi a spillo… Ecco, per un momento ho sperato che un tacco s’incastrasse tra le sconnesse pavimentazioni fiorentine, o che pestasse un qualcosa di appiccicoso, o che perdesse l’equilibrio… Ma nulla, camminava dritta come un fuso, sembrava sulla passerella rossa nella settimana della moda a Milano.
Se qualcuno ci osservasse dall’alto secondo me ci vedrebbe esattamente come una colonia di formiche, sempre di corsa ed indaffarati, in gruppo o singoli ma sempre e comunque attivi a zampettare a destra e a manca.
Ho visto tante facce, ho sentito tante voci, ho respirato smog, tanti puzzi ed altrettanti profumi, l’odore inconfondibile dell’Arno che non si smentisce mai e poi mi sono alzata per andare verso la mia destinazione col sole che mi guardava le spalle ed in quel preciso istante mi sono confusa anche io in quel via vai di persone e chissà se qualcuno seduto su quelle antiche panchine non sta facendo, proprio in questo momento, lo stesso pensiero e le osservazioni che ho fatto io qualche minuto fa… Beh, onde evitare proviamo a sorridere, è gratis e se magari qualcuno scriverà un pensiero simile al mio di questo pomeriggio d’Autunno potrà raccontare del passaggio di una ragazza struccata, coi capelli raccolti ma arruffati che però sorrideva camminando per il centro storico di Firenze.