I 5 sensi della Pasqua

Domani si celebra la Pasqua che ogni anno, come suo solito, mi mette di buon umore ma questa volta non mi va di scrivere in rima e nemmeno di dilungarmi su affari pasquali, bensì ho voglia di fare una sottospecie di gioco che faccio spesso nella mia testolina (bacata). Vorrei abbinare i cinque sensi a questa festa, facendo spaziare il mio cervellino accompagnato dalla sua immancabile amica: l’immaginazione. Siete pronti per entrare un pochino nella mia testolina? Allacciate le cinture, il biglietto è gratis, mettetevi comodi e si parte.
Inizierei dal primo senso: la vista. Chiudo gli occhi e lascio che il mio cervello pensi solo ed esclusivamente alla Pasqua. Vedo tanti colori, forse è proprio per questo che mi mette di buon umore. Il verde domina, è acceso ed energico, è il colore dei prati in questi mesi, è unico e non può non piacere. Quando adesso vedo un prato, sembra quasi che voglia invitarmi a correre verso di lui o a buttarmi in mezzo a quell’erba fresca e rimanere sdraiata lì per ore intere a non pensare a nulla se non a godermi quell’impagabile pace. Poi ci vedo il celeste del cielo di Marzo e di Aprile, che è unico, è frizzante ed intenso, in particolar modo quando è privo delle nuvole, nessuna spruzzata bianca qua e là, ma solo il suo magnifico celeste, sostanzioso ed uniforme. Insieme a questi due colori ci metterei anche il giallo dei fiorellini che qua dalle nostre parti chiamiamo “piscialletto” (… che nome buffo, ma come mai si chiamano così? Uhm…) che corrispondono ai “denti di leone”, che sono di quel giallo acceso, ben definito, come il sole. Aggiungo anche qualche tocco di rosa, piccole e lievi pennellate, per simboleggiare i fiorellini timidi e delicati che iniziano a farsi strada sui rami degli alberi. Ah, e anche qualche tocco di bianco, ma poco, giusto per rappresentare le margherite.
Ho fatto un quadro? Eh sì, il mio quadro che lega il senso della vista alla Pasqua e me lo immagino realizzato secondo la corrente artistica dedicata all’Impressionismo, dove l’interesse è rivolto verso il colore piuttosto che al disegno. Sì, è proprio così che me lo immagino. Mi raccomando, nel mio quadro non ci voglio nessun tipo di figura umana, sono convinta che me lo sciuperebbero in qualche modo, niente umani, solo un immenso prato verde, sconfinato e pieno zeppo di fiori, in alto un gran bel cielo celeste e stop. Io sono la pittrice ed io decido. Bello, amo il mio quadro pasquale.
Passiamo adesso ad un altro senso, l’udito.
Chiudo di nuovo gli occhi (sennò mi distraggo!) e mi concentro sui rumori che mi circondano, vado più nel profondo pensando anche al mio quadro che è ben impresso nella mia mente e cerco di captare quello che le mie orecchie desiderano farmi sentire. Silenzio. Eccoli, inconfondibili.
“Cip-Cip” sento. Che tenerezza, si sorride per forza. Il mio suono per la Pasqua sono gli uccellini che chiacchierano e chissà cosa si dicono di tanto interessante. Quel suono che producono con la loro vocetta è una vera e propria melodia, mi azzarderei quasi a chiamarla musicoterapia. Ma c’è un altro suono che sta arrivando di gran carriera verso le mie orecchie attente, adesso che è più nitido posso affermare che anche questo è decisamente inconfondibile. Schiamazzi. Non so come mai, ma i miei timpani me li hanno fatti sentire, forse perché nella mia testa, oltre al mio quadro, si è creata un’immagine tipica dei piccoli paesi, ovvero una piazza baciata dal sole con tutta la gente che si scambia gli auguri, fa due chiacchiere davanti al giornalaio, gli anziani seduti sulle panchine che si raccontano storie di vita vissuta e i bambini che scorrazzano e giocano col pallone. Il classico brusio di paese insomma, quello da domenica mattina.
Adesso passiamo al terzo senso, direi di dare il benvenuto all’olfatto. Allora chiudo sempre gli occhi, penso alla Pasqua ed inspiro. Ah, è arrivato diretto e chiaro alle mie narici, ma strano, è un odore singolare che mi dà fastidio, mi fa sempre starnutire. Parlo dell’incenso che mi ricorda la messa pasquale. Da piccola andavo sempre insieme alla mia mamma alla messa delle 10 in piazza Buondelmonti della mia cara Impruneta e mi ricordo che, come da tradizione, portavamo a benedire le uova che la nonna aveva preparato con infinita accortezza, per poi mangiarne una a testa a pranzo. Tutti i partecipanti alla messa mettevano il panierino con le uova da benedire sugli altari laterali della nostra basilica e mi ricordo che il nostro era veramente carino, semplice ma elegante; era piccolo, bianco con un nastrino rosa che si chiudeva con un bel fiocco. La mia nonna non lascia niente al caso, che credete?
Siamo quasi alla fine, adesso affrontiamo il senso del tatto; difficile questo. Chiudo gli occhi, mi sfioro i polpastrelli e sento un qualcosa di “peloso”. Sorrido, sto accarezzando un coniglietto, simbolo universale della Pasqua. Dovete sapere che io amo i conigli, da piccola ne avevo uno, si chiamava Nocina, era grassissima e piuttosto arrogante, alcune volte ho pensato che fosse posseduta (giusto per rimanere in tema di Pasqua con la Resurrezione! Ehehe!). Comunque l’accarezzo e ripenso a lei che con me è sempre stata buona e dolce, era soffice ed il suo pelo era di mille colori. Bellina la mia Nocina, chissà quante carotine ti sgranocchi nel paradiso degli animali.
Bene, siamo arrivati alla fine, manca il senso del gusto e qui amici miei, il mio stomaco, le mie papille gustative, le mie molecole, la mia anima, i miei neuroni, tutto insomma, fanno i salti di gioia, ballano la samba, la macarena e si mettono tutti in piedi sul divano ad esultare a gran voce e con lunghi striscioni. Adesso non ho bisogno di chiudere gli occhi, mi è tutto molto chiaro. UOVO KINDER e CREMA AL MASCARPONE DELLA ZIA. Non credo che si possa commentare più di tanto, l’uovo Kinder è l’apice della bontà di tutti i troiai esistenti sulla faccia della terra e la crema al mascarpone della mia zia è imbattibile, unica, da “capate nel muro”. Stop, qui le porte del mio paradiso si aprono.
Vi auguro quindi di passare una serena Pasqua, se siete con gli amici ridete tanto, se siete in famiglia coccolatevela al massimo, ma in entrambi i casi date retta a me, mangiate tanta cioccolata, per Pasqua è concesso, la dieta si ricomincia lunedì. Ah no, lunedì non si può, è Pasquetta, che peccato, ci toccherà rimandare a martedì.