“Era di maggio” di Antonio Manzini

Aaaahh che bello tornare all’interno di una saga, nello specifico in questa che è a dir poco splendida.
“Era di maggio” di Antonio Manzini è il quarto libro che vede protagonista il vicequestore Rocco Schiavone ed il suo team del commissariato di Aosta.

Si apre la prima pagina e subito torniamo un passo indietro, infatti la storia si riallaccia al caso del libro precedente, “Non è stagione”. È passata una sola settimana da quando Schiavone aveva chiuso il fascicolo dell’ultimo caso risolto che secondo la sua personalissima scala di “rotture di coglioni”, come le chiama lui, era al decimo livello. Ma non solo, è trascorsa una sola settimana anche da quando qualcuno è entrato nell’appartamento del vicequestore sparando nel letto credendo che quel corpo addormentato fosse il suo ed invece era quello di Adele, cara amica di Rocco e fidanzata di un suo amico storico.
Non c’è pace per Schiavone, mai.

La penna formidabile (ma formidabile per davvero!) di Manzini ci butta senza paracadute in un altro caso; siamo sballottati tra ipotesi, indagini, piste da seguire ed emozioni.
Emozioni che riguardano tutti i personaggi che orbitano attorno al commissariato di Aosta che ormai conosciamo abbastanza bene, ci sembrano quasi conoscenti, amici. Ma questa volta le emozioni avvolgono in maniera diversa anche il nostro vicequestore che sembra scongelarsi dall’intorpidimento invernale. Vuole e non vuole. Si stupisce di se stesso, del suo essere fragile e umano.
Rocco Schiavone, prevalentemente cupo e rude, ogni tanto secondo me si dimentica di essere umano ma in questo quarto libro la Primavera inizia a farsi sentire nell’aria e nella sua vita. Lo si percepisce dai suoi pensieri, dalle piccole azioni, dalle parole rimastre tra i denti. Tra le righe si nota un cambiamento.
Il dolore non lo molla mai, i ricordi gli piombano addosso come un macigno ma la realtà lo porta a respirare aria nuova. Chissà cosa succederà al nostro protagonista.

Antonio Manzini ha un dono unico; quello di rendere la storia reale in modo indicibile. Questi personaggi, come vi accennavo prima, non risultano solo invenzioni della sua fantasia, credetemi, vi sembreranno reali. La vita di Rocco è una storia che leggiamo a spizzichi e bocconi perché il vicequestore si sbottona piano piano, senza furia. E questo fa sì che il lettore voglia andare avanti, c’è quasi una sorta di “bisogno” di leggere, di scoprire, di sapere. Sono anche molto consapevole del fatto che i prossimi libri andranno a scavare in maniera più profonda perché gli ultimi capitoli di questo volume hanno portato il lettore lì, sul baratro. O ci si butta o si sta.

“Era di maggio” di Antonio Manzini mi ha tenuta incollata dall’inizio alla fine, non molla un secondo e “sta sul pezzo” alla grande. Che penna la sua, mamma mia! Quando si parla di “serie” o di “saga” ci si aspetta sempre un calo prima o dopo. Non è facile mantenere un certo livello di stile se la trama si snoda in svariati libri come in questo caso ma con Manzini io il calo non lo vedo nemmeno col binocolo, sono sincera. Se non avete ancora avuto modo di leggere questa saga rimediate con calma, come sto facendo io, ne vale davvero la pena, parola di lupetto.
Leggetelo dunque, ma andate in ordine mi raccomando perché come vi ho detto prima, questo quatro volume si riallaccia in maniera importante al precendente.

Sono pronta (credo) a leggere il quinto volume, “7-7-2007” un titolo che la dice lunga ma il perché non posso svelarvelo, solo chi ha letto sa…