“L’albero delle arance amare” di Jokha Alharthi

Non è facile scrivere un qualcosa che sia vagamente all’altezza dei contenuti che ci vengono proposti in questo libro, “L’albero delle arance amare” di Jokha Alharthi edito Bompiani.

La nostra protagonista è una ragazza dell’Oman che studia in una università in Inghilterra ma manca sempre un qualcosa nella sua vita e nei suoi pensieri. Si sente spesso un pesce fuor d’acqua, la sua mente la riporta alle sue origini, al suo luogo natale, a quell’albero delle arance amare, a sua sorella che è diventata moglie di un uomo violento e alla balia che l’ha vista crescere. I pensieri son tanti e le emozioni anche. Alcune si aggrovigliano, altre invece si snodano.

"L'albero delle arance amare" di Jokha Alharthi

“L’albero delle arance amare” di Jokha Alharthi si sviluppa raccontando due ambientazioni; buona parte della storia infatti ci presenta l’Oman nella prima metà del ‘900, un luogo arretrato sia nella vita che nei modi di pensare. Ma ci racconta anche di una cittadina universitaria inglese.

Questa combo di luoghi fa sì che l’autrice, grazie alla sua penna delicata ma incisiva, faccia luce su uno degli argomenti cardine del romanzo; ovvero cosa significa vivere lontano da casa e soprattutto con addosso tutta un’altra cultura.
La nostra protagonista, Zuhur, si scontrerà con tanti scalini sociali e culturali, chicchiericci e pregiudizi che la porteranno a fare dei passi indietro. Proprio lì, in quel dormitorio inglese, i suoi pensieri torneranno alla figura della nonna “di cuore”.

È un libro che non si legge tanto per, non si legge distraendosi. Soprattutto non va preso sotto gamba perché lo stile dell’autrice è fine ma gli argomenti che tocca sono tosti. Fin dall’inizio ne percepirete la stazza argomentativa, le descrizioni sono vivide, crude, raccontano una verità scomoda.
Si parla di cultura, di doveri, di socetà e sogni irrealizzati. Non manca la denuncia contro il patriarcato e soprattutto contro la violenza coniugale. Ma non c’è solo un velo nero che segue la narrazione, si parla anche di tradizioni, di sogni e desideri, di forza d’animo e volontà.

Mi è piaciuta molto la penna dell’autrice, sensibile e delicata nonostante la dura realtà che narra.
Mi sono piacevolmente lasciata trasportare dalle sue descrizioni di vita semplice, di situazioni rurali e naturalistiche. I racconti caserecci che troverete tra queste pagine sono pieni di un qualcosa di effimero eppure forte, come se fossero colmi di pennellate dolci e allo stesso tempo amare.

“L’albero delle arance amare” di Jokha Alharthi è un romanzo che vi consiglio sia per il suo contenuto che per la sua narrazione. Non prendetelo alla leggera però, mi raccomando.
Ringrazio tantissimo la casa editrice Bompiani per avermi inviato questa copia, è stato un piacere per me fare questo viaggio culturale pregno di significati.
Buon proseguimento di giornata cari lettori, ci sentiamo presto e… Buon fine settimana!