“L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono

Sono felicissima di aprire il sipario delle chiacchierate librose del 2023 qui sul blog con “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono, un libriccino di 51 pagine dal contenuto immenso.
Concedetemi un attimo perché devo ringraziare con tutto il cuore la magica creatura che per Natale mi ha regalato questo piccolo grande libro. Ma lei, anima genuina e rara, non poteva far altro che mettere tra le mie mani un libro di questo calibro. Quindi grazie amica Sempreverde.

Si tratta di un racconto scritto nel 1953 dall’autore che durante una passeggiata in Provenza, incontra un pastore molto peculiare; solitario, di pochissime parole calibrate e soppesate, un’anima quieta che vive di preziosa semplicità col suo cane e le pecore. Una vita semplice, rustica, essenziale. Questo pastore si era messo in testa di compiere una grande, grandissima impresa… E qui mi fermo, non voglio dirvi altro sulla trama del libro, onde evitare spoiler.
Ci tengo però a raccontarvi delle sensazioni che questo libriccino regala al lettore perché in 51 pagine ne vivrete davvero tante, intense e “piene“.

Questo racconto innesca un qualcosa nella mente di chi lo legge, è come se piantasse un piccolo seme.
Madre Natura è la protagonista indiscussa, colei che nutre, dona, insegna e muta. Il messaggio che fiorisce tra le pagine de “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono è immenso, penetrante. Si parla di quella sacrosanta e doversa riconciliazione dell’uomo con la Natura, l’Albero è simbolo di vita, di speranza, di saggezza. Anche dove passa la distruzione più totale ci sarà sempre un seme di rinascita.

Questo libro insegna e rammenta il vero significato della parola perseveranza, abbraccia il pensiero positivo, fiducioso, l’impegno che risiede nelle piccole cose che poi tanto “piccole” non sono mai perché tutti quanti possiamo realizzare e compiere azioni di spessore nel nostro quotidiano.

Quelle scritte da Jean Giono sono pagine ricche di una sensibilità preziosa, antica e che profuma di legna. La sua penna prende per mano il lettore e lo abbraccia forte sussurrandogli all’orecchio che è bello poter fare del buono senza aspettarsi qualcosa in cambio.
Proprio per il messaggio che questo libro contiene, vorrei che ogni essere umano potesse leggerlo. Vorrei metterlo nelle mani di tutti coloro che consapevolmente o meno distruggono alberi, sponde, acque, aria e terra. Vorrei che provassero due sensazioni durante questa lettura: dolore, per prendere consapevolezza della loro piccola o grande distruzione, dei danni che apportano gratiutamente alla Natura. E poi sono certa che proverebbero la sensazione di forza, un’ondata piena di energia con la voglia di rimettere a posto anche dei piccoli tassellini.

“L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono è una chiave che apre tante porte della mente e dell’anima, è semplice e toccante. Ci si commuove, ci si sente parte integrante di un qualcosa di più grande. È un libro che custodirò nei pressi del mio cuore perché è lì che deve stare.
Fateci un pensierino, leggetelo e regalatelo.
Buona giornata amici, a presto!