Fermarsi per poi ripartire…

Questa situazione è orribile, angosciante, buia e lo sappiamo tutti quanti ma, come tutte le cose brutte, porta con sé delle piccole sfaccettature positive per coloro che vogliono vederle ed io, nonostante il mio adorato e coccolato pessimismo cosmico leopardiano, questa volta mi sento in dovere di guardare queste sfaccettature luminose che prima ignoravo.
Questi sono momenti che non vanno dimenticati e confido che l’umanità intera possa tenere questo ricordo nel proprio cassetto della vita, mi auguro che quando tutto questo caos sarà finito, la gente non riprenda a fare gli errori che faceva prima perché questo periodo di “chiusura” deve servire a tutti per pensare, per ragionare, per farsi quelle domande che reputiamo antipatiche e cercare di trovare una risposta.
Io ho fatto il mio: qualche domanda me la sono fatta ed ovviamente, anche se con qualche difficoltà, ho provato a dare anche una risposta. Questo momento di “stop” generale da tutto quanto, dal ritmo frenetico, dal lavoro, dalla vita, mi ha dato modo di riflettere su questioni anche abbastanza pesanti, in particolar modo sulle priorità. Nella vita di tutti i giorni noi queste benedette priorità non le guardiamo mai in faccia perché quello che facciamo e che dobbiamo fare è alzarsi dal letto, fare colazione, lavorare, lavorare, lavorare, lavorare, pranzare, lavorare, lavorare, lavorare, cenare e dormire. Se guardo dall’alto questa situazione, mi sembra di vedere dei robot o degli zombie, scegliete la categoria che più vi piace. Il verbo “fermarsi” non esisteva perché eravamo in ritardo per fare questo o quello, il verbo riflessivo “rilassarsi” poi, che verbo è e chi aveva tempo per farlo? La sola priorità era lavorare riuscendo ad incastrare tutto quanto correndo come delle bestie e se poi uno, ipoteticamente parlando, fa anche un lavoro che non gli piace allora la situazione diventa pressoché drammatica e soffocante.
Adesso vi invito a fare questo ragionamento; dopo tutte le brutte notizie che abbiamo sentito e che continuiamo a sentire al telegiornale, dopo aver visto quelle foto e quei video che fanno stringere il cuore in una morsa di dolore, dopo che abbiamo letto di persone che sono morte senza poter salutare per un’ultima volta i propri figli o i nipoti, dopo che il mondo è andato in ginocchio, qual’è la vostra priorità? Il vostro primissimo pensiero?
Il mio è il seguente: io voglio poter vivere la mia vita in maniera serena perché ne ho solo una e può essermi levata in qualsiasi momento, anche tra 10 minuti. Per questo io non posso permettermi per nessuna ragione al mondo di usare i miei giorni per cose che mi logorano, mi fanno male, mi fanno sentire stupida o totalmente inadeguata, non posso, non voglio proprio.
Quando tutto questo volgerà al termine dovrò fare dei cambiamenti, dovrò prendere decisioni e probabilmente saranno azzardate o per molti anche sbagliate ma IO devo fare quello che mi fa star bene, il mio benessere, la mia serenità devono essere la mia nuova priorità. Questo è un ragionamento che mi crea confusione perché io sono un’eterna dubbiosa, ho sempre bisogno dell’appoggio di determinate persone per fare qualcosa o per prendere una decisione importante ma non credo che succederà questa volta perché io devo star bene con me, io ho bisogno del mio appoggio in primis, non posso sentirmi appesantita dalla vita come mi sentivo due mesi fa, io la devo poter vivere la mia vita con serenità, col sorriso e non con oppressione.
Non lo nego, questo periodo mi ha dato un grosso, grossissimo schiaffo morale e psicologico e dopo aver visto certi video ai telegiornali mi son detta “Oh Silvia, ma che stai facendo con la tua vita? Ma sei contenta?” e giorno dopo giorno ho capito, versando anche una lacrima, che io devo essere la mia priorità e badate bene, non è un discorso egoista, è un discorso fatto a cuore aperto da me, una ragazza di trent’anni che si sente insoddisfatta su dei punti della sua vita ed io posso cambiare questa cosa, devo cambiarla e a tempo debito la cambierò.
Invito tutti quanti ad utilizzare nel miglior modo questo tempo, questo “stop” che ci è stato dato. Pensate, guardate, riflettete e parlate con voi stessi, piangete anche che ogni tanto fa bene, poi guardatevi allo specchio, sprofondate nei vostri stessi occhi e la risposta che cercavate vi arriverà forte e chiara.