Si scende e si sale.

Se ci pensate bene la vita è un po’ come fare le scale.
Ci pensavo l’altro giorno, proprio mentre ne facevo una rampa ed immediatamente il paragone è stato lampante.
Sali, sali, sali e continui a salire, un piede dopo l’altro, uno scalino dopo l’altro, poi prendi un respiro quando trovi il pianerottolo e poi riparti a salire e qual’è il trucco? Non fermarsi, perché se ti fermi poi è dura ripartire e riprendere il ritmo acquisito in partenza. Giusto? Ecco, trovate tanto differente vivere dal salire le scale?
Io no, semplicemente perché proprio come le scale, anche nella vita ci sono momenti di fatica dove però bisogna per forza continuare a salire, stringere i denti, in caso rallentare ma non ci si può fermare esattamente come dice il famoso detto “chi si ferma è perduto”, grandissima verità. Poi ci sono momenti in cui le scale le fai nel senso opposto e allora si sorride, la discesa piace sempre a tutti, si va a cuor leggero, corricchiando addirittura e senza sentire quei muscoli che bruciano. Il pianerottolo invece è quel momento di stallo, di ripresa, senti la fatica che pulsa ma ti permette di fare un respiro profondo per poi riprendere a salire.
Cosa insegnano le scale? A non fermarsi mai perché prima o dopo quegli scalini giungono al termine, dopodiché sarai contento di averli fatti, uno ad uno, ti ricorderai la fatica durata ma ti strapperà un sorriso e poi riecco che si presenterà un’altra scalinata da affrontare, stessa zuppa.
Sulle scale si sale e si scende e nella vita, nel nostro quotidiano, tutti noi facciamo la stessa identica cosa, si sale faticosamente e dopo ci aspetta la bella e tanto agognata discesa.
Ci sono dei momenti dove ti appoggi alla ringhiera cercando un po’ di sostegno e per quanto quell’appoggio possa essere utile, non sarà di certo lui a portarti in cima alla scalinata, servi solo te ma alla fine dei conti, come dice Martin Luther King “Per fare il primo passo non hai bisogno di vedere tutta la scala” quindi hop hop, e via andare.