Tempo al tempo

Tutta la nostra esistenza ruota sempre e comunque, volendo o meno, intorno a una parola, semplice, di cinque lettere, bella da dire e concisa: “tempo”.
Tutto è “tempo”, pensate a quante volte nell’arco di una giornata qualunque, direttamente o indirettamente, lo menzioniamo; “è tardi”, “è presto”, “tra quanto?”, “che ore sono?”, “aspetta”, “non aver furia” e potrei elencarne altre mille. Il tempo è dunque una costante nella nostra vita, scorre sempre, non si arresta mai e per come lo vedo io può essere un valido alleato come un agguerrito e temibile nemico.
Alla fine però serve tempo, per tutto. Noi essere umani poi, abbiamo letteralmente bisogno di tempo per qualsiasi cosa, lo cerchiamo, lo rubiamo, lo rincorriamo, anche per la cosa più semplice come per esempio ci piace prenderci del tempo per potersi rilassare sotto la doccia calda che scorre su di noi, noi donne quanto tempo usiamo per truccarci? Io poco sinceramente perché non sono una che si trucca tanto, però pensate a quanto tempo passiamo davanti allo specchio tra il mascara ed il fondotinta per coprire le imperfezioni e quasi sicuramente agli occhi di tanti quei minuti potrebbero quasi sembrare sprecati ma non lo sono, semplicemente è un lungo o breve lasso di tempo che ci dedichiamo a noi stesse.
Questo famoso tempo dunque, può essere un caro amico quando dobbiamo far chiarezza o capire un qualcosa, “ho bisogno di tempo” è la classica frase che diciamo quando andiamo in crisi, dico bene? Perché alla fin fine il tempo ha un bel potere su di noi, ti schiarisce le idee confuse e caotiche, ti riporta la quiete, ti guarisce delle ferite, non può far dimenticare niente ma almeno è capace di far affievolire piccoli dolori, rendendoli in un certo senso meno pesanti e drammatici.
L’altra faccia della medaglia è che certe volte fa male, non fisicamente ma mentalmente (che a dirla tutta credo sia di gran lunga peggiore), perché quando ti ritrovi a tu per tu col tempo, ti sembra infinito, non passa mai, sa logorare e colpire in pieno centro e come sempre, ha una mira perfetta. L’attesa dunque, per certi versi può avere un sapore elettrizzante ma in altre circostanze può dilaniarti; la clessidra è l’oggetto che definisce il tempo, io potrei passare ore ed ore ad osservarla, poi però puntualmente mi fermo un attimo a pensare a quanto veloce scorrono quei granellini di sabbia ed allora mi spavento perché quando lo guardi negli occhi, il tempo terrorizza tutti.
Infatti capita di sentirselo scivolare via tra le mani, se certe volte non passa mai, in altre vola e non ce ne rendiamo nemmeno conto, ti sfugge e vorresti poterlo raddoppiare ma ahimè, non ne abbiamo la facoltà.
Il tempo è una strana, complicata, assurda e contraddittoria costante della nostra vita, saperlo sprecare è facilissimo, gestirlo invece è un’arte e, a seconda della circostanza, io lo definisco un “nemico-amico”.
Tanti dicono che “il tempismo è tutto“, oppure come c’insegna Orazio col suo famosissimo “Carpe Diem“, cogli l’attimo, senza dubbio sono delle grandi verità ma come sempre è facile parlare, i fatti poi sono un’altra faccenda molto più complessa, perché sì, siamo tutti quanti bravi a dire che il tempo è una chiave, bisogna saperlo sfruttare bene, vivere il momento, bla bla bla ma poi a mettere in atto questi bei discorsi sono in pochi a farlo perché per come la vedo io, qualche volta questo “tempo”, sa essere un gran bastardo.