Piuma

Alé alé alé! Dopo tanto è arrivato, pensato all’infinito, voluto in maniera quasi compulsiva e finalmente l’inchiostro è stato rimesso di nuovo sulla mia pelle.
Il mio secondo tatuaggio ce l’ha fatta, dopo una lunga attesa è diventato parte integrante di me ed io me lo guardo, lo riguardo, gli sorrido e mi sorrido.
La sensazione me la ricordavo bene ma riviverla è stato un piacere, misto ad un po’ di dolore s’intende, ma il sorrisone finale ripaga tutto quanto.
Io non sono una di quelle persone che si fa un tatuaggio per puro piacere estetico perché i gusti cambiano, una cosa che per esempio il Lunedì adoro, può non piacermi più il Giovedì, se metto l’inchiostro sulla mia pelle c’è un perché, devo avere un motivo, anzi, devo averne bisogno e questa volta era d’obbligo.
Piuma. La MIA piuma.
Piuma della nuova me, che con un bel po’ di sacrifici è venuta fuori, ha trovato un suo equilibrio grazie ad una stramba sensazione di leggerezza.
Piuma perché secondo la cultura dei nativi americani “lo spirito degli uccelli è molto presente nelle piume, così potente da purificare lo spirito di altri esseri e pulire l’ambiente dall’energia negativa. Agitando la piuma su un fuoco sacro, con intento purificatorio, si eleva lo spirito e si esprime la gratitudine verso gli spiriti degli abitatori dell’aria.”
Piuma che per gli antichi egizi era il simbolo di verità e giustizia, due costanti che stanno alla base di tutto.
Piuma, parte integrante dell’acchiappasogni, strumento che attira da sempre la mia attenzione spesso associato alle tribù Cheyenne.
Piuma che scrive, perché sì, io scrivo per me e per te.
Per tutti sarà una semplice piuma, per me invece questa è LA piuma, la mia.
La guardo, la coccolo, la studio, la osservo ed io, sorrido.