Cammini per le strade di Firenze…

L’altro giorno sono andata in centro a Firenze e, nonostante la città sia sempre splendida, il caos per via dei saldi è indescrivibile, perché la gente, noi donne in particolar modo, anche se io me ne tiro fuori visto che non sono una fanatica dello shopping, perde il lume della ragione nel senso letterale della parola, spintoni, corse, bah… Manteniamo la calma, insomma.
Comunque, tralasciando la follia per gli sconti, è sempre bello passare anche solo un’ora nel centro storico fiorentino, ti rigenera e ti sfinisce contemporaneamente, è impressionante, mi fa sempre quest’effetto perché quando sono lì il mio cervello va in pausa, i pensieri si affievoliscono grazie ai rumori, ai suoni ed alle mille altre cose che una città ti regala ed allo stesso tempo mi sfianca perché devo dare attenzione a troppe cose, sono maniacale ed in questo caso mi fa piacere esserlo.
Cammini per le strade sconnesse di Firenze e ti senti piccolina, ti ritrovi in mezzo ad una folla di gente che non sa chi sei, se abiti lì, se ti chiami Giulia, Martina o Genoveffa, potresti essere chiunque in quel momento, non devi per forza essere te stessa, nessuno ti giudica o ti critica, nessuno.
Cammini per le strade di Firenze e vedi di tutto, dalla signora col tacco 12 con la pelliccia e la borsa nuova di Luis Vuitton, coi capelli perfettamente sistemati ed il trucco che non pecca nemmeno per sbaglio al ragazzetto con le occhiaie sotto le suole delle scarpe con la musica sparata nelle orecchie per estraniarsi dal mondo.
Cammini per le strade di Firenze e vedi così tanti volti diversi, così tanti sguardi casuali, senti tante voci, le senti ma non le ascolti, poi passa il tram che sovrasta ogni suono, ritorna il mormorio della gente, un clacson che suona, urletti di ragazzine che scherzano tra di loro, osservi le persone, sguardi alti e fieri, altri bassi e cupi.
Cammini per le strade di Firenze ed arrivi in Piazza del Duomo, la guardi e sospiri sorridendo, “che bella che sei Firenze” dico tra me e me ogni volta che mi ci trovo davanti, vedi i turisti in coda per visitare il Battistero e puntualmente penso “mamma mia che coda ma tranquilli, ne vale la pena”, percorri via dei Calzaiuoli facendo zig zag tra le mille persone e ti soffermi a guardare quant’è bella quella strada sconnessa, sotto Natale poi diventa meravigliosa, la gente entra ed esce dai negozi, guarda le vetrine, chiacchiera, sorride, passi davanti a Disney Store e se sei un’eterna bambina come me non puoi non entrarci anche solo per 5 minuti, è inevitabile. Arrivi in Piazza della Signoria, lanci uno sguardo a “Rivoire”, il caffè storico che nonostante sia caro è sempre un piacere farci una capatina, guardi quella piazza ed un sorriso nasce sul tuo viso perché è bella, proprio bella, piena di storia, stracolma di dettagli, non puoi lasciarla sfuggire ai tuoi occhi, non puoi, sarebbe illegale farlo. Tornando indietro passo quasi sempre davanti alla fontana del Porcellino, mi piace sempre fargli un saluto, ogni volta porto un bacio a Piazza della Repubblica per tre grandi motivi: primo, mi diverto a guardare la gente che prende il caffè (col mignolo alzato) dal sofisticato e snob Paszkowski, che quando ti arriva il conto per un caffè ed un cornetto ti prende uno scompenso cardiaco, comunque, secondo motivo c’è la libreria Feltrinelli e devo entrarci, sennò sto male, ci entro sempre e puntualmente me ne esco con un sacchettino pieno di libri, terzo ed ultimo motivo, adoro quella piazza perché c’è sempre qualche meraviglioso artista di strada che mette in mostra la sua passione, c’è chi canta, chi suona, chi balla, chi strimpella, chi gioca e proprio l’altro giorno c’era un ragazzo che faceva delle immense bolle di sapone, io mi sono seduta su una panchina, ho acceso una sigaretta e me lo sono goduto e lui, inconsapevolmente e con le sue grandi bolle, mi ha regalato un sorriso.
Cammini per le strade di Firenze, guardi tutto, pensi a milioni di cose contemporaneamente, senti così tanti suoni e rumori che si mescolano creandoti in testa un “mappazzone” (come direbbe lo chef Barbieri), voci diverse, colori che si sovrastano, una cultura che galoppa, una storia che lascia il segno sui libri e sulle persone ed io, sorseggiando il mio caffè mocha al cioccolato preso rigorosamente dal fantastico “Arnold Coffee”, mi sento bene.