Dolce di compleanno

Oggi è il compleanno della ragazza dal cervellino arzigogolato che scrive su questo blog e… Udite e udite, compie la bellezza di 26 anni.
Ormai devo abbandonare anche il quarto di secolo e mi rendo conto che è un baleno arrivare al traguardo degli “-enta” ma adesso non ci pensiamo, godiamoci con calma (se mi viene concessa) il tragitto.
Quindi oggi, caro diario virtuale, oltre che a cantare “tanti auguri a me”, vorrei raccontarti di come vedo il mio compleanno perché che credi, oltre che della vita di tutti i giorni, ho una visione stramba anche del giorno della mia nascita.
Golosa come sono m’immagino per una attimo una bellissima (e chiaramente anche buonissima) torta che sostenga il peso di 26 candeline ma non un dolcino semplice, bensì una di quelle magnifiche torte a 3 piani, tutte colorate e abilmente decorate. Tralasciando il fatto che mi viene immediatamente un certo languorino solo al pensiero, vorrei raccontarti di come vedono i miei occhi questa torta partorita dalla mia fin troppo fervida immaginazione; partiamo dicendo che questi piani del mio dolce, rappresentano i 3 periodi fondamentali della vita: il passato, il presente ed il futuro.
Iniziamo, come tutte le cose, dalla base, alla quale accosterei volentieri la parola “passato”, perché tra i 3 periodi sopracitati lo reputo quello più importante, in quanto credo che porti con sé, ogni giorno della nostra vita, un bagaglio bello pesante.
La base di un dolce, come tutte le cose dotate di una qualsiasi base, DEVE essere fatta bene, ha un ruolo fondamentale, ha il compito di sostenere il peso di tutti gli altri piani, necessita quindi di una resistenza d’acciaio, un piazzamento indistruttibile e una volta terminata non può essere ricambiata o spostata; insomma deve avere le spalle larghe. In questo primo strato di torta ci vorrei mischiare tutti gli ingredienti che mi hanno “formata”, per questo me la immagino suddivisa in due, quindi è un piano grosso che si ridivide a sua volta in due piccoli strati principalmente caratterizzati dai due cioccolati, quello bianco come la neve e quello nero come il carbone. Ho scelto questi due ingredienti perché vorrei mettere in questa base tutto quello che ho vissuto fino ad ora, quindi anni e momenti dolci che amalgamerei col cioccolato bianco e invece con quello nero (extra dark eh, sia chiaro!) ci mescolerei tutto ciò che mi ha lasciato l’amaro in bocca perché probabilmente non tutti lo sanno ma io ODIO il cioccolato fondente (e qui potrebbe aprirsi un mega dibattito, lo so!).
Nello strato dolce, quindi stiamo aprendo la barretta della cioccolata bianca (che puntualmente mi fa venire gli occhi a forma di cuore e l’acquolina in bocca), vorrei iniziare mettendoci tutte le persone (in realtà non sono tante eh…) che stimo ed apprezzo e i miei amici, quelli veri, quelli che ti accettano per come sei e che porto sempre con me nel mio zainetto chiamato cuore, quegli amici che sono la famiglia che ti scegli, coi quali si condividono le gioie e i dolori, le risate e soprattutto i pianti e anche se non sono molti, l’importante è che siano veri. Poi vorrei aggiungere un pizzico di tutti i ricordi che mi fanno sorridere, momenti di ogni genere che mi hanno fatta stare bene, scolastici, vacanzieri, sportivi, di gruppo, insomma tutta la mia preziosa raccolta di “Pensieri Felici” che la memoria mi fa rivivere. Faccio amalgamare il tutto insieme al pensiero dei miei animali, eh sì ci aggiungo anche loro, perché nel mio mondo hanno veramente tanta importanza, pari a quella delle persone, sono la mia “famiglia pelosa”, tutti quelli a cui sono stata legata in passato e a quelli attuali, devo ammettere che sono degli ottimi insegnanti, grazie a loro ho imparato cosa vogliono dire le parole responsabilità, rispetto e lealtà perché lasciatemelo dire, a differenza di molte persone, loro conoscono il vero significato di questi termini.
Invece, nella ciotola dedicata al cioccolato fondente, ci butto tutti i bocconi amari che ho dovuto buttar giù, ci aggiungo il ricordo delle persone che a modo loro mi hanno fatto male e mescolando penso però che le devo ringraziare perché è anche merito loro se ho imparato diverse lezioni di vita; assaggio l’impasto perché rimanendo in tema, “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.
Bene, la base è terminata, la metto nel forno e aspetto che sia cotta; nel frattempo preparo il secondo piano della mia super torta che ho deciso di chiamare “presente”.
In questo strato, un pochino più piccolo rispetto al precedente, vorrei creare una crema fatta da un misto di frutti, alcuni acidi ed altri meno; vorrei che non si definisse bene un sapore specifico ma che si confondesse assieme al gusto di altri frutti. Questo perché lo reputo il miglior modo per rappresentare il mio presente, alcune volte quando mi sveglio mi sento acida come un limone, altre volte dolce come una pesca, c’è poco da fare. Credo quindi che una bella crema spumosa sia perfetta per questo secondo strato, non troppo definita ma piacevole al gusto e come direbbe lo chef Barbieri, un “mappazzone” di frutta!
Metto la mia ciotola in frigo aspettando che si raffreddi ed inizio ad elaborare il terzo ed ultimo piano, più piccolo fisicamente ma non d’importanza, che chiamerò “futuro”.
Questo strato vorrei che fosse semplicemente ricoperto da una miriade di cioccolatini e badate bene, ognuno diverso dall’altro. Avete presente quelle bellissime scatole formato regalo che si vendono nelle più belle e lussuose pasticcerie e cioccolaterie? Oppure anche quelle che si vedono nei film, dove i cioccolatini non sono altro che delle opere d’arte in miniatura? Ecco, vorrei che l’ultimo piano della mia torta fosse così, ricoperto da tantissimi cioccolatini e l’importante è che siano tutti differenti tra di loro, nella forma, nel colore e soprattutto nel gusto. Come mai? Perché citando “Forrest Gump”, “la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita” e così è il futuro, come dargli torto?
Bene, il mio mega dolce è finito… Ah no, fermi tutti, mi sono dimenticata una delle cose più importanti (buonissima tra l’altro!). Assolutamente, sotto il primo piano della mia torta di compleanno voglio, esigo, pretendo un finissimo (ma bello tosto) strato di biscotti sbriciolati. Io AMO questo dettaglio nei dolci e cosa rappresentano questi biscottini tutti uniti che saldamente legati tra loro sorreggono tutto questo ben di Dio? Facile, quello strato è la mia famiglia, loro sono la vera e propria base, il mio croccante.
Oooh, adesso la mia torta è davvero al completo, ci ho messo veramente tutti gli ingredienti, agli occhi degli appassionati ed esperti di pasticceria probabilmente è un disastro, ma ai miei vi assicuro che risulta un capolavoro.