Equilibrista…

Talvolta la vita ti fa diventare equilibrista.
Senza dirti niente ti cambia circostanze, pensieri, emozioni, abiti, tutto; ti leva le scarpe e ti mette davanti ad un filo molto resistente sì ma anche molto incerto. Ed il bello è che in quel momento la vita ti chiede di fare l’equilibrista appunto, di camminare su quel filo, passo dopo passo e… No, ovviamente l’obiettivo è non cadere bensì attraversare, arrivare dall’altra parte.
Come si fa? Eh, domanda da mille dollari.
Si prova, si mette un piede, anzi, si tasta prima con la punta e con le dita, poi si prova a metterci anche il peso corporeo, se è il caso allora possiamo far aderire a quella minuscola superficie la pianta del piede e così via. Un passo dopo l’altro, senza distrazioni, senza troppe incertezze.
Tutti almeno una volta ci siamo cimentati nel malefico ruolo dell’equilibrista, di quell’acrobata che suda freddo ad ogni passettino, ad ogni spostamento d’aria.
La vita è stronza a metterci davanti a quel filo da attraversare? Eh, cordiale mica tanto ma io credo fortemente nella frase “c’è sempre un perché” e quindi se in questo momento mi ritrovo a dover camminare su un filo e a fare l’equilibrista, c’è un motivo.
C’è un motivo che mi ha portata in quella situazione e so che ci sarà un motivo nel tragitto.
Se cado? Eh, batto una bella botta, il paracadute non ce l’ho e non so se sotto c’è il tappeto.
Se attraverso e arrivo dall’altra parte? Potrò tirare un lunghissimo e meritato sospiro di sollievo, potrò esultare e ridere a squarciagola con tutto il fiato che ho in corpo.
Inizio a muovere il primo passo e cerco di non guardare giù, tengo lo sguardo dritto davanti a me per cercare di non perdere di vista l’obiettivo.
Non si può sbagliare.
Non ci si può distrarre nemmeno un istante.
Si continua a camminare, passo dopo passo.