Lettrici e lettori , buongiornissimo! Ci prendiamo un caffeino virtuale insieme e nel mentre vi racconto della mia ultima lettura, che ne dite? Dunque, il 25 Febbraio 2025 è uscito il nuovo libro di una delle mie penne preferite… Avete già capito di chi parleremo oggi? Del saggio fresco di pubblicazione “Il richiamo della Montagna” di Matteo Righetto.
Prima di raccontarvi le mie impressioni su questa lettura breve ma intensa, ringrazio di cuore l’autore e la casa editrice Feltrinelli per avermi mandato il libro. Vi lascio anche qualche informazione di base, costa 14.00€ per 123 pagine. Chi mi segue da un po’ sa che sono una grande fan della penna di Matteo Righetto, il suo modo di raccontare la Natura e la montagna mi fa venire puntualmente gli occhi a cuore. Le sue descrizioni naturalistiche sono immersive e davvero tanto sensoriali, riescono a portarti lì, a respirare quell’aria buona e quei profumi che fanno sorridere l’anima. Ho già letto diversi romanzi suoi e mi sono piaciuti tutti, è un autore che sa calibrare più tipi di narrazione, mescola la vita alle sue montagne, riflessioni a storie, le metafore alla Natura... Insomma, se non si fosse capito, a me piace parecchio!
Questa volta Matteo Righetto si è cimentato in qualcosa di diverso, questo suo “figlio di carta ed inchiostro” è un qualcosa di piccolo ma potente, incisivo, senza peli sulla lingua. È una urlo di rabbia e frustrazione nei confronti dell’essere umano che non ascolta e che non vuole ascoltare. Ma non solo, è anche una carezza tenera per chi la montagna la porta nel cuore. Quella montagna che non si riduce solo ad un ammasso di sassi ma che è molto di più, un qualcosa di intimo, profondo, un calderone di storie, di storia e di leggende. La montagna è viva e vita.
In copertina il Monte Pelmo e nel cuore una montagna che piange. L’autore parte dalla nostra società, troppo superficiale e materialista, che si concentra solo sul momento, senza prestare ascolto al passato. In questo saggio vi è un’importante denuncia verso il mondo in cui viviamo; veloce, scattante e che si concentra per più di dieci secondi. Tutto dev’essere racchiuso nel frivolo e nel rapido, nel “tutto e subito”.
Che brutto mondo. La Natura invece c’insegna il contrario, a suo modo c’insegna che il bocciolo ha bisogno di tempo per nascere, che il fungo ha bisogno di tempo composto da sole, pioggia e umidità per fare capolino. Ci ricorda che bisogna saper aspettare e invece noi non vogliamo MAI aspettare. Matteo Righetto riflette molto su questo argomento e di conseguenza fa ragionare anche il lettore. Nel mio piccolo, la penso proprio come lui. Io sono “vecchia dentro” e con l’anima di un’altra epoca, quindi non faccio testo. In questo mondo di soldi, divertimento, cuoricini, superficialità ed apparenza, io preferisco ascoltare le Natura.
…E le montagne hanno molto da dire.
Matteo Righetto fa da portavoce, traduce il linguaggio di queste sacre rocce e lo rende fruibile a tutti. Dà voce alla Marmolada, che è arrabbiata, triste e frustrata. Chiede aiuto ma non viene ascoltata. Dà voce alla gente del luogo ma anche loro, non vengono ascoltati. Spero che questo saggio, un profondo megafono della Natura, possa fare tanta strada e arrivare a più persone possibili perché non si può continuare a negare l’innegabile, non si può fare finta di niente.
“Il richiamo della Montagna” di Matteo Righetto non è un testo che si gira dall’altra parte, guarda il problema e vuole affrontarlo. Infatti ci riporta anche alla tragedia della Marmolada nel 2022 e alla devastante tempesta di Vaia del 2018. Per raccontare di queste due tragedie chiede aiuto a due anime diverse ma essenziali per questo saggio. Agata, una vecchia creatura di montagna che piange per quelle rocce e con quelle rocce. Poi c’è Silvestro, un montanaro ruspante e rampante che impreca al cielo ma che si volta dall’altra parte.
Ma parlando in senso più ampio, è un testo che vuol far aprire gli occhi a chi ancora non vuole vedere. È un manifesto d’amore per la montagna, l’autore ci chiede di rimanere umani, di rimanere saldi ai princìpi di vita legati alla ciclicità della Natura.
Con tutto l’amore che c’è, la sua penna ci ricorda di quanto lo stare immersi nella Natura possa essere salvifico ed un momento di puro benessere fisico, emotivo e psicologico. Nel mio piccolo vi dico che Madre Natura per me è sempre stata la miglior terapia a tutti i mali. Camminare, abbracciare gli alberi, osservare il mini mondo che popola il bosco, tutto questo è benessere puro e come scrive giustamente l’autore, “c’è più vita in una vetta solitaria che in un centro commerciale” e non potrei essere più d’accordo.
Per chi è? PER TUTTI, MA PROPRIO TUTTI.
Dico questo perché è un saggio che gli amanti della montagna e della Natura “sentiranno” in maniera più profonda ma invito tutti a leggerlo per la portata del suo contenuto. Anche se amate il mare, la spiaggia e stare sdraiati sotto l’ombrellone, leggetelo perché se da turisti vi capita di visitare certi luoghi, almeno saprete come comportarvi in maniera coscienziosa. Leggete questo testo perché il suo messaggio non può e non deve essere ignorato. Sostengo molto i pensieri dell’autore perché la Natura è il mio più grande credo.
“Il richiamo della Montagna” di Matteo Righetto è un saggio universale, attuale, che urla e accarezza. Da leggere per capire, per informarsi e per risvegliare il buonsenso umano che ahimè sembra una caratteristica in via d’estinzione. Leggetelo lettrici e lettori, leggetelo e non fermatevi alla sola lettura, documentatevi, approfondite coi materiali che l’autore mette a disposizione nelle pagine finali del testo e leggete anche “Arboreto Salvatico” del grande Mario Rigoni Stern, uno dei miei libri del cuore. Non giratevi dall’altra parte, prendete questo saggio e fatelo vostro.
Vi auguro buon proseguimento di giornata e fate letture consapevoli come questa. A presto!