“Neve d’ottobre” di Angela Nanetti

“Neve d’ottobre” di Angela Nanetti è quel romanzo che non ti aspetti.
La copertina frega, ve lo dico. Sembra soave, con tutto quel bosco innevato e quella ragazzina sull’altalena. È vero che dalla trama si percepisce l’argomentazione non semplice, ma non credevo fosse così crudo e così impattante. Mi ha stupita, eccome se l’ha fatto, ed in super positivo per di più!

"Neve d'ottobre" di Angela Nanetti

Ma adesso ne ragioniamo in maniera più approfondita SENZA FARE SPOILER, tranquilli!
Innanzitutto ci tengo a ringraziare la casa editrice Neri Pozza per avermi inviato la copia e poi v’informo anche che “Neve d’ottobre” di Angela Nanetti è uscito da pochissimo, il 1 Dicembre 2023.
Non avevo mai letto niente dell’autrice quindi mi sono cimentata in questa storia senza preconcetti o idee già costruite. Una pagina bianca, innvevata come la copertina.
Già dai primi capitoli, su questa neve meravigliosamente intosa, l’autrice lascia delle tracce nette, ben chiare. Non si tergiversa qui, nemmeno per un secondo. Una scrittura cruda, ritmata che non conosce fronzoli o perdite di tempo ci porta in Alto Adige nel 1939 alle porte della guerra. Siamo in una famiglia composta da un padre aspro e severo, una madre trasparente e due fratelli; Giulio e Vittorio.
“La mano aperta lo colpì tra la guancia e la tempia, all”improvviso, e la testa di Giulio scattò all’indietro. C’era una lunga piastra di ferro contro il battente interno della porta, l’aveva fatta mettere mio padre per renderla più sicura, e la testa di mio fratello picchiò lì contro: un suono sordo, la porta vibrò e la testa si aprì come un melone troppo maturo. Giulio scivolò a terra e si piegò su un fianco. Immobile.
“La caduta”, così la chiamano in famiglia. Da quel giorno, Giulio non sarà più lo stesso.

Le narrazioni s’intrecciano; la guerra si fa sentire attraverso i nazisi e i treni pieni di ebrei. La violenza del momento storico si mescola alla violenza di alcuni personaggi, meschini e tremendi. È difficile riuscire a tirare una boccata d’aria per chi, come Giulio, conosce la sensibilità. Questo personaggio rappresenta la luce della storia, nel suo bene e nel suo male.

È un romanzo che scava, scava tanto nelle famiglie che l’autrice ci presenta, nella psiche dei personaggi e lo fa con estrema precisione. La trama diventa viva e nitida nella mente del lettore, tutto si delinea alla perfezione; luoghi, personaggi e azioni.
È come se Angela Nanetti volesse ricordarci quello di cui è capace l’uomo, puntando il riflettore segli orrori e sulle violenze. La sua penna è divina, riesce ad acchiappare la mente del lettore, attira la sua attenzione con un urlo e poi è perfettamente in grado di tenerlo incollato lì, non lo molla nemmeno un secondo. Questa storia è tremendamente umana e reale, un pugno nello stomaco.

Per chi è? Eh… Per chi è interessato a leggere una trama che non ha pietà, che non vuole sorrisi o spensieratezza. Senz’altro è un romanzo per lettori “strong” perché già di per sé il periodo storico è bello tosto.
Quindi sì, ve lo consiglio tantissimo, “Neve d’ottobre” di Angela Nanetti è una storia da leggere ma non fatevi fregare dalla copertina soave, perché questa storia “picchia duro”.
Con calma recupererò altri suoi romanzi, è stata una piacevole scoperta questa penna metodica e chirurgica.
Buon proseguimento di giornata cari lettori!