Una Domenica come sempre

Dovete sapere che da sempre la Domenica alle ore 13:00 tutta la mia bella famiglia si riunisce alla grande tavolata dei miei nonni per pranzare tutti insieme appassionatamente.
Quanti siamo? Beh, non pochi ma facciamo un piccolo salto indietro, quando io non ero neanche lontanamente pensata…
Agli inizi, quella tavola era rotonda e piccola e bastava per mettere a pranzo e a cena la famiglia Ballotti, composta dai miei nonni, la mia mamma e sua sorella, nonché la mia cara zietta. Col passare degli anni a questa tavola rotonda in legno si sono aggiunti due posti, quello di mio zio e l’altro riservato al mio babbo e anche se un tantino stretti c’entravano ugualmente.
Dopo un po’ però, mio nonno, saggio e dall’occhio lungo, decise di far fare una bella prolunga in modo da far entrare comodamente anche i tre nipoti arrivati uno dopo l’altro a distanza di qualche anno, prima dovettero aggiungere una sedia per mia sorella, poi per la sottoscritta ed infine per mio cugino e questa formazione l’abbiamo tenuta salda per svariati anni. Da un po’ di tempo ormai però si sono aggiunte altre tre persone alla nostra stupenda tavolata di bella gente, il marito di mio sorella, il mio ragazzo e la fidanzatina del cuginetto perché anche se ha gli occhietti di un bambino, è cresciuto anche lui e quindi, secondo voi, che ha dovuto fare il nonno? Ovvio no? E… Via con la seconda prolunga da attaccare alla precedente, perché si sa, a tavola bisogna stare comodi, tranquilli e rilassati.
Quindi, che succede ogni Domenica? Eh, accade sempre tanta roba, ve lo dico io!
S’inizia con lo zio che, da bravo uomo forzuto, aggiunge le due prolunghe alla tavola rotonda, poi la nonna apparecchia ed è scontato che ognuno ha i propri posti e se per qualche motivo dobbiamo cambiarli, la cosa ci scombussola un tantino.
La Domenica mattina la nonna va sempre dal suo pasticcere di fiducia e prende quelle deliziose pastine, poi rientra in casa e via subito ad accendere i fornelli, balzellando qua e là per preparare al meglio il suo pranzo aiutata dai preziosi suggerimenti del nonno e la nostra cara padrona di casa sembra un po’ un direttore d’orchestra tra tutte quelle pentole, tegami e coperchi.
Poi, piano piano e sempre a scaglioni, arriviamo tutti ed in quella casa spesso troppo silenziosa portiamo sempre un gran baccano e tanta allegria.
Obiettivo numero uno? Preparare correttamente tutte le innumerevoli pasticche che il nonno deve prendere quotidianamente.
Obiettivo numero due? Ricordare alla nonna che ha messo le patate in forno per non farle bruciare perché con gli anni è diventata un pochino smemorina.
Obiettivo numero tre? Mangiare giusto quelle “poche e misere” cosine che vengono messe su quell’immensa tavolata, roba “unta e bisunta” ma sempre buonissima e tutto ciò comprende la pasta, almeno due variazioni di secondo, verdurame, patate al forno che ormai sono d’obbligo e il dolce.
Che si fa? Ovviamente si mangia tanto e gli avanzi sono sempre pochi e poi si chiacchiera all’infinito, si ride parecchio, si prende un po’ in giro la nostra bella nonna (che se non ci fosse andrebbe inventata, credetemi!), ci si guarda negli occhi, ci godiamo quelle ore in cui siamo tutti quanti insieme, qualche volta s’inizia un lieve battibecco e poi ci si vuole tanto bene, ecco che facciamo.
Il bello è che quando ci ritroviamo la Domenica, siamo veramente tutti a nostro agio, ci si dice quello che si pensa senza tanti giri di parole, nel bene e nel male, il gossip è sempre ben accetto come gli scambi di idee ma la cosa più preziosa è che siamo tutti contenti di essere lì e sono fermamente convinta che se una persona esterna a noi ci vedesse, guarderebbe un grande spettacolo senza pagare il biglietto, si potrebbe mettere comodo sul divano coi pop corn, una bibita ad osservarci sorridendo di gusto.
Tutte le Domeniche a pranzo, in quelle poche ma intense ore, facciamo uno stop dalla vita frenetica, riprendiamo aria tutti insieme, ci ricarichiamo a vicenda, l’enorme scorpacciata di cibo è assicurata, acchiappiamo al volo quei sorrisi e quegli sguardi sinceri, inconsciamente ci alleggeriamo il cervello e lo spirito per poi sentirci pronti per una nuova settimana a batteria carica.
Un’altra cosa estremamente bella di questa “tradizione”, chiamiamola così, è vedere gli occhietti rugosi ma frizzanti dei nonni che s’illuminano di vera e propria contentezza quando ci vedono tutti quanti seduti alla loro tavola che da piccola e rotonda negli anni si è ingrandita notevolmente diventando pressoché ovale. Vederli sorridere quando si crogiolano nelle nostre chiacchiere e negli sguardi della famiglia che hanno creato è davvero bello, emanano “bene” da tutti i pori.
Insomma, in poche parole, la Domenica se non si pranza in casa Ballotti beh, non è Domenica, manca un pezzo, un gran bel pezzo di roba.