Zaino in spalla e via

Oggi voglio parlarvi di un pensiero che mi rallegra e mi rattrista contemporaneamente e che, come un minuscolo tarlo, sta silenziosamente scavando nella mia testolina di legno (dura e massiccia!).
Dovete sapere che io ho un cugino che abita in Emilia Romagna e che ha qualche annetto in meno di me ma… Ah no, pardon! Ho sbagliato ha dire che lui “abita” in Emilia, mi correggo subito, lui è nato lì ma abita dove lo porta il cuore, ecco, adesso sì che la mia frase è pienamente corretta e sono certa che lui si sentirà sollevato nel leggerla in questo modo. Vi parlo di lui perché è un soggetto strano, andrebbe studiato, è da qualche anno ormai che si organizza la vita a modo suo, come piace a lui… Ops, ho sbagliato di nuovo… Lui non “organizza” un fico secco, lui vive “e basta”.
Io lo chiamo “cugino giramondo” e non potrei descriverlo con altri termini.
Sembra facile perché cerca qualche lavoretto qua e là, carica il suo zaino, si mette una maglietta, un paio di jeans, gli occhiali da sole e parte, “SEMBRA”, ho detto bene.
Dove va? Di certo non a fare un mega tour di musei e nemmeno negli alberghi a quattro stelle. Lui cammina, visita luoghi mozzafiato, va dove il suo istinto gli dice di andare, osserva, studia tradizioni differenti, conosce linguaggi, religioni e modi di pensare che non sono nostri, va alla ricerca di uno stile di vita lontano dal nostro, va ad alimentare il suo sapere e a nutrire quell’immensa ed instancabile sete di vita.
Cosa fa? Io credo che il mio cugino giramondo faccia una gran cosa, ovvero quella di vivere la sua unica vita a 360° se non di più, ecco cosa fa. Ascolta suoni che qui non sentiamo, lascia che il suo naso inspiri aria ed odori particolari che non credo siano descrivibili, mostra ai suoi occhi tante novità senza basarsi o fantasticare su un’immagine stampata su di un giornale popolare, assolutamente no, fa vedere ai suoi occhietti vispi delle meraviglie e delle povertà che sono reali, la sua mente può spaziare, libera di potersi aprire all’infinito. Si mette alla prova ogni mattina quando le sue palpebre si tirano su fino alla sera, è una sfida continua con se stesso, ecco cosa fa. Mio cugino lascia esplodere i suoi sensi mentre noi, spesso e volentieri, li reprimiamo.
Come fa? Eccoci all’acqua. Io non lo so come faccia a mettersi uno zaino in spalla con tre cose dentro e via, partire alla ricerca di nuove avventure. Io non lo so proprio ma in questo momento lo invidio veramente tanto e volete sapere come mai mi è partito questo ragionamento? Perché poche ore fa una persona che conosco mi ha fatto quella solita e spesso banale domanda che facciamo almeno cento volte al giorno, ovvero il classico “come va?” ed io ho risposto così “Mmm… Solite cose, tutto nella norma.”  Poi tra me e me ho pensato “Oh Gesù e tutti i suoi amici santi… Che tristezza di risposta!” e poi boom, ecco che un altro pensiero è saltato addosso al precedente “mio cugino non potrà mai dare una risposate del genere…”.
Cosa penso? Che in questo momento lo invidio tanto ma non ho il fegato di fare una cosa come questa, non ne ho il coraggio mannaggia a me. Lui è come una sanguisuga ed io come una lumachina, lui chissà che sta combinando ed io vivo il mio quotidiano, lui affronta la sua avventura ed io mi dondolo su un’amaca, lui racconta milioni di esperienze ed io le ascolto, lui vive la sua vita ed io probabilmente la guardo.