L’urlo di Munch

Ah, questa ve la voglio proprio raccontare, almeno faccio allibire un pochino anche voi…
Visto che le colline del Chianti sono state invase dal caldo torrido, l’altro giorno la mia metà ed io abbiamo deciso di passare il nostro pomeriggio libero a sguazzare in piscina e a cercare di far prendere alla mia pelle bianchissima stile mummia, un vago colorito; quindi pranzo leggerissimo, costume addosso, ciabattine, asciugamano alla mano e via.
Fortunatamente non c’era molta confusione, quindi decidiamo di metterci sul pratino accanto alla piscina, non molto distante da un gruppetto di bambini seduti all’ombra di un grosso albero a mangiare un gelato bello fresco e goloso.
Mi sdraio, mi rilasso, protezione solare come se non ci fosse un domani sennò mi trasformo in un peperone con braccia e gambe ed osservo quei ragazzetti, un bel gruppo di soli maschi che, terminata la scuola, passano un pomeriggio in piscina tutti insieme all’insegna del divertimento.
Bellini“- penso. E vi giuro che lo erano davvero, coi loro costumini colorati, il pallone tra le mani pronto all’uso, gli sguardi vispi e i loro visi sereni e rilassati, un bel quadretto, non vi pare? Bene, dopo qualche istante ho avuto i brividi lungo tutto il mio corpo e vi assicuro che sotto 45° alle 14.00 di pomeriggio con un sole a dir poco forte, farmi venire i brividi non era assolutamente un’impresa facile ma quei bimbetti che mi sembravano così carini, beh, ci sono riusciti.
Finiti i loro gelati che a quanto pare tenevano molto impegnate le loro bocche, si sono alzati ed hanno iniziato a “giocare” e “scherzare” tra di loro a suon di rutti, spintoni, sputi per terra, cazzotti nella schiena e nei fianchi e poi da quelle fogne (perché quelle non possono essere considerate bocche!) sono usciti a ruota libera una vagonata d’insulti gratuiti, parolacce e dei rozzi apprezzamenti verso un gruppetto di ragazze che prendevano il sole poco più avanti. Poi è arrivato un altro ragazzetto con in mano un pacchetto di patatine e una lattina di Coca-Cola che, dopo aver infamato tutto il mondo perché aveva “sprecato” il suo tempo in coda al bar, ha terminato la sua elegantissima frase con una sonora bestemmia, nemmeno troppo fantasiosa per giunta.
Io? Beh, ero praticamente pietrificata a cuocermi sotto il sole, inorridita dallo “spettacolo”, schifata da quei marmocchi che avranno avuto si e no 13-14 anni ed in pochissimi secondi mi hanno fatto solo venire il voltastomaco e tanta, tantissima voglia di tirargli una bella cinquina nel viso, una per uno chiaramente, di quelle belle piene eh, che frizzano. Il mio povero animo, che detto tra noi è anche un po’ all’antica, si era messo nella stessa esatta posizione del tizio del quadro “L’urlo di Munch”, avete presente?
Senza passare da quella moralista criticona che non le va mai bene nulla, però lasciatemelo dire, noi a quell’età ci si divertiva tanto di più coi gavettoni, nascondino e altri mille giochi decisamente più decenti e se penso che il mondo futuro sarà nelle mani di queste generazioni, altro che brividi…
Sapete cosa? Hanno ragione quei vecchietti sdentati quando dicono che “si stava meglio quando si stava peggio”, hanno proprio ragione, ecco.