“Il professore e la ballerina del carillon” di Dorothy Tse

Buongiorno lettori e lettrici di questo spazio, oggi vi parlo in anteprima di una fiaba moderna e sovversiva: “Il professore e la ballerina del carillon” di Dorothy Tse che troverete in tutte le librerie fisiche e online da domani, Mercoledì 24 Gennaio.
Innanzitutto ringrazio la casa editrice Edizioni E/O per avermi inviato in anteprima la copia di questo romanzo stranissimo, dalle sfumature inquietanti e con la capacità d’incuriosire il lettore pagina dopo pagina.

Siamo in una città fittizia che ricorda Hong Kong, dove la competizione è pane quotidiano, il regime totalitario opprime e l’apatia sociale regna sovrana. I grattacieli spiccano, il cemento aumenta, le vetrine attirano l’attenzione e le strade sono labirintiche, proprio come le menti degli abitanti di questa città.
Il protagonista è il professor Q, sposato con Maria, ha un lavoro rispettabile, una vita abbastanza agiata eppure è precario a livello lavorativo; non riesce né ad avanzare nella sua carriera né a ricevere un aumento. È fermo, stagnante nel suo matrimonio noioso e nella sua vita poco soddisfacente.
Ma il professor Q è anche altro. Nasconde un lato segreto che incuriosisce il lettore già dalle prime pagine. Infatti il nostro protagonista colleziona bambole che custodisce segretamente in un armadio del suo studio privato. Un giorno, il professor Q trova “il pezzo perfetto” da inserire nella sua collezione; Eilis, una ballerina di carillon e da lì in poi le cose cambieranno…

"Il professore e la ballerina del carillon" di Dorothy Tse

È una storia che ha dell’assurdo e racchiude un’allegoria che il lettore legge chiaramente. Si tratta di un urlo verso i totalitarismi ma vuole rappresentare anche uno schiaffo rivolto all’apatia e all’indifferenza delle società contemporanee. L’autrice usa un ritmo concitato che cresce man mano che la trama s’infittisce. Ha una fantasia spiccata ed estremamente particolare, non classica ma moderna e acuta.
L’intreccio politico e civile creato dall’autrice si mescola parallelamente alla storia di Eilis, la ballerina del carillon e anche al professor Q che all’inizio del romanzo ci appare quasi come se fosse un mero manichino pilotato dalla politica e dagli enti statali che lo tengono inchiodato nella sua posizione lavorativa che non va né aventi né indietro.
Bambole, macchine, manichini o persone? Le circostanze e il mondo in cui viviamo ci portano ad essere sempre più vicini ai macchinari invece che all’umanità?
Una domanda che s’insinua nella mente del lettore e lo tiene a braccetto per tutta la lettura e anzi, resta lì anche dopo.

In questo romanzo d’esordio l’autrice ci parla di tante cose, la sua atipica immaginazione ci porta tra le pagine di una storia surreale e onirica che però, nella sua allegoria lampante, è illuminata da un realismo concreto.
Da sfondo al romanzo ci sono le proteste. I giovani sciperano per esprimere il loro desiderio di una politica ben differente ma queste loro manifestazioni si vanno a scontrare con la violenza istituzionale. Non c’è dialogo in questa città fittizia, non c’è ascolto, ognuno pensa a sé e cammina per la propria strada. Se una persona urla, l’altra si gira dall’altra parte.
Trovate tanta fantasia in questa descrizione?

Per chi è? Non è una lettura per tutti. “Il professore e la ballerina del carillon” di Dorothy Tse è a tutti gli effetti una favola moderna che si snoda tra proteste, inquietudini e assurdità.
A me è piaciuta, all’inizio ero un po’ interdetta, non lo nego, perché mi pareva tutto folle, scoordinato e inquietante. Bisogna aspettare e dare tempo perché appena l’allegoria fa capolino, tutto cambia aspetto e anzi, c’è l’urgenza di capire dove l’autrice vuole andare a parare.
Quindi consiglio “Il professore e la ballerina del carillon” di Dorothy Tse ai lettori che prediligono le storie allegoriche, politiche, inquietanti e un po’ assurde.

Ringrazio nuovamente la casa editrice per la copia in anteprima e noi ci sentiamo presto con la prossima lettura che ho iniziato ieri. Essendo la settimana dedicata alla Memoria, ho deciso di leggere “Sono stato un numero” che racconta la vita del sopravvissuto Alberto Sed che insieme alla famiglia venne catturato e portato ad Auschwits.
Buon proseguimento di giornata, a presto!