L’universo ed io. O io e l’universo?

Una volta, una persona che stimo veramente tanto, ha fatto un’affermazione che mi porto appresso ormai da diverso tempo, la tengo in un cassettino semi aperto della mia anima, ogni tanto vado a controllarlo, ci penso un po’ e poi me ne vado ogni volta con una strana sensazione addosso, una sorta di pienezza accompagnata da un senso di mistero. Confido anche a voi queste poche parole che mi scompigliano sempre:

“…Noi siamo l’universo e l’universo è dentro di noi.”

 

Questa frase è complessa all’ennesima potenza e penso che possa essere intesa in svariati modi e sono convinta che se cento persone la leggessero, credo proprio che mi darebbero cento interpretazioni diverse. M’immagino che il cattolico sfegatato mi direbbe che l’universo è rappresentato da Dio, lo scienziato dai neuroni sempre razionali mi racconterebbe una teoria stracolma di numeri e parole pressoché incomprensibili, il pessimista mi guarderebbe storto, l’ottimista partirebbe in quarta coi suoi sorrisi e le sue frasi piene di speranza, l’alternativo rimarrebbe sul vago… Ed io? Io, cari miei, questa frase non la capisco e mi fa venire il mal di testa ma, attenzione attenzione, dopo infinite montagne russe mentali, FORSE, ce l’ho fatta ad arrivare ad una misera conclusione.
Dunque, l’unico modo per dare un mio significato a questa frase così potente, è stato quello di personificare l’universo facendolo diventare me, o comunque un essere umano. Non sgranate gli occhi pensando “questa è tutta grulla” oppure “ha fumato qualcosa di pesante”, calmi, ora vi spiego quello che strimpella nella mia testolina.
L’universo è composto dalla natura e da tutti gli agenti atmosferici, belli e brutti, ed è come se fossero le sensazioni umane anch’esse piacevoli o meno. Le emozioni sono in grado di creare tutto, posso formare uragani rabbiosi e pericolosi, tempeste impetuose, terremoti devastanti e spaventosi ma sono anche in grado di mostrarci l’alba più bella di tutte, la delicatezza di un pesco in fiore e la serenità di un cielo di Primavera.
Altre volte invece siamo misteriosi  come un paesaggio nebbioso, tristi o malinconici come la pioggia londinese, romantici come un tramonto dalle mille sfumature di colore oppure dubbiosi come un cielo coperto di nuvole grigie. Il nostro animo può incupirsi e rabbuiarsi facendo calare la notte più oscura oppure può irradiarsi come la potentissima luce di un torrido pomeriggio d’Agosto.  La nostra mente può sentirsi leggera come il volo spensierato e delicato di una farfalla oppure può essere pesante come un immenso macigno del “Grand Canyon”. Il nostro spirito può sentirsi libero come una brezzolina fresca e lieve oppure incasinato come una tempesta di pioggia e vento, possiamo sentirci soffocare come una fitta giungla dalle mille insidie oppure possiamo sentirci soli come una sperduta ed arida landa dalla terra secca e spaccata.
Stessa zuppa per quanto riguarda il nostro fisico, anche tutte le caratteristiche che lo riguardano possono essere intese in questo modo, possiamo infatti essere alti e fini come un cipresso, possenti come un Baobab, spigolosi come gli scogli, soffici come l’erba verde, morbidi come il muschio, possiamo sentirci felici come la Primavera oppure arrabbiati come un tuono, delicati come i petali di un Papavero o indistruttibili come un diamante.
Noi siamo fatti esattamente come l’universo e lui è come noi, cambiando solo nella forma ma siamo simili nella sostanza. Infinite vite s’intrecciano tra di loro, alcune si legano ed altre si staccano, proprio come un tralcio di vite, tutto viene attraversato e guidato da una forza, un’energia che fa muovere tutto ciò, sia l’universo che noi.
Non sto parlando di quella forza che ci tiene coi piedi per terra, quella è la forza di gravità e non ci interessa al momento, io sto citando in causa quell’energia che non si studia e non si conosce molto bene ma che si lascia ascoltare da chi vuol sentirla, quella forza che scandisce quel ritmo, quella danza che permette il nostro mutamento, che fa evolvere i nostri sogni, che ci permette di sentire quella sensazione armoniosa, parlo di quella vibrazione che la vita ti regala.
Abbiamo sempre tanto materiale frivolo di cui parlare che mi trovo costretta a ringraziare questa persona o maestra di vita, che mi ha regalato queste parole intense che posso analizzare ed elaborare a mio piacimento.
Spero di avervi suscitato un  qualcosa, una strana sensazione e vi invito a pensare a quella frase che mi scombussola ogni volta, pensate cosa significano per voi quelle piccole parole messe insieme.
Nella speranza di farvi riflettere, vi lascio con una magnifica citazione di William Blake:

“…Vedere il mondo in un granello di sabbia e il cielo in un fiore di campo,
tenere l’infinito nel palmo della tua mano e l’eternità in un’ora.”