In motorino con le mie narici

L’altra sera, mentre mi trovavo in motorino dietro alla mia metà, mi sono resa conto di un particolare molto “divertente”.
Erano più o meno le 20.30 e la temperatura era perfettamente in linea col suo mese estivo e visto che dovevamo recarci in centro a Firenze, quale mezzo migliore del motorino? Cercare posto in macchina di sabato sera nel centro storico è un’impresa da bollino rosso, quindi abbiamo optato per le due ruote, nonostante non mi piaccia più di tanto, non so dirvi come mai ma non mi sento proprio a mio agio, è come se mi sentissi perennemente in bilico, però ne comprendo la grande comodità, quindi va bene.
La cosa buffa è che mentre scendevamo le viuzze collinari avvicinandoci pian piano alla città, si sentivano benissimo i “cambiamenti d’aria”, nel senso, scollinata la mia amata Impruneta abbiamo percorso qualche chilometro dove l’aria mi sembrava decisamente più fresca, regalandomi qualche brividino lungo la schiena per gli “spifferi” dati dalla zip della felpa che non avevo chiuso bene fino in fondo. Poi, dopo una comoda curva ecco che riaffiora una corrente d’aria più tiepida che ti accarezza le guance e ti fa socchiudere gli occhi e percorrendo una stradina piena di curve e con qualche buca qua e là per le radici degli alberi, ecco che l’odore, anzi mi correggo, il profumo d’erba tagliata m’invade prepotentemente le narici. Mi ricordo bene di aver sorriso in quel momento e di aver inspirato a pieni polmoni perché io adoro quell’inconfondibile profumo, da “campagnola doc” affermo con onore che mi piace tantissimo e mi rilassa.
Poi ecco che l’aria cambia di nuovo e torna ad essere leggermente più fresca, probabilmente per i continui “sali-scendi” delle nostre colline e gli odori della campagna iniziano a mischiarsi, oltre all’erba tagliata arriva alle mie narici anche il profumo degli alberi e dei mille fiori, proprio come quando si entra nella bottega di un fioraio e poi, anche se non troppo piacevole, piomba anche l’odore di concime, eh già, chi abita in campagna è consapevole del fatto che a seconda di come gira il vento, ogni tanto arriva qualche “vampata” non troppo inebriante!
Finito il su e giù delle nostre stradine ecco che si arriva alla “linea immaginaria” che indica la fine della campagna e ti regala il benvenuto in città. Questa sensazione l’ho avuta proprio in un incrocio dopo una lunga e bellissima strada in discesa che termina appunto con uno “Stop”.
Da questo incrocio in poi mi sono resa conto che l’aria ha preso una piega differente, è cambiata di netto perché è diventata sempre più calda , più pesante e purtroppo anche meno salutare. Insieme all’aria, anche gli odori che hanno bussato alla porta delle mie narici curiose erano molto diversi da quelli precedenti, quindi… Bye bye profumi campagnoli! Via via che il nostro motorino si addentrava sempre di più per le vie del centro fiorentino, gli odori diventavano sempre più forti ed intensi.
Mi ricordo di aver inspirato e… Boom! Mi è saltato addosso l’odore del cibo cinese, poi l’odore del fritto, poi l’Arno che emana quel “qualcosa” d’indefinibile e a mio avviso poco sano, poi il gas delle macchine ha inondato il mio naso e mi è toccato arricciarlo, non mi piace mica tanto, soprattutto quando ti accorgi che qualcuno sta bruciando la frizione, poi ecco che ritorna di gran carriera l’odore di cibo, ma questa volta non saprei dire di che si tratta, forse indiano o messicano e poi siamo passati davanti ad una pizzeria e le mie narici, insieme all’acquolina che era appena arrivata in bocca, si sono messe a saltellare speranzose. “Calme ragazze, niente pizza per stasera, ringraziate il vostro amico metabolismo...” eh lo so, è un pochino strano parlare da soli ma io lo faccio e non avete idea di quanto sia bello non avere nessuno che ti contraddice!
Comunque, torniamo a noi, odori, profumi e “puzzi” ben differenti, alcuni più forti e netti altri più timidi e delicati ma in ogni caso molto diversi tra di loro.
Al ritorno, nonostante l’arietta decisamente più fresca e più punzecchiante, il mio naso ha ripercorso lo stesso viaggio solo al contrario e sempre a quell’incrocio c’è stato quel cambiamento che avevo percepito all’andata,
Senza dubbio è bello , piacevole e divertente andare a far visita al cuore di Firenze ma quando si torna tra le braccia del proprio paesino è inevitabile sorridere e respirare a pieni polmoni la sua aria di campagna, c’è poco da fare, ristora i nostri nasi, i nostri polmoni (che si sentono riavere!), i nostri cervelli e i nostri animi.