“Capire tu non puoi…”

Sorseggio la mia tisana alla melissa e c’è una frase estremamente famosa di una signora canzone del caro Battisti che mi rimbomba nella mente da qualche giorno e le parole cantate da quella che era, che è e che sarà per sempre una voce con un’anima interpretativa indimenticabile le conosciamo tutti ma io, come sempre, ho bisogno di analizzarle perché dietro a frasi come questa c’è un mondo.

“…Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi, emozioni…”

Una frase, nove parole e qui dentro si racchiude un significato che è tutto tranne che leggero.
Le parole sono una potenza, fanno e disfanno, ci regalano sorrisi come sono in grado di dilaniarci in piccoli pezzi, sanno essere pesanti e leggere, chiare o misteriose, posseggono un visibilio di sfaccettature e noi le utilizziamo ogni giorno, talvolta anche a sproposito. In certi casi però credo che le parole non bastino, che non siano abbastanza insomma ed allora è proprio qui che devono per forza subentrare quelle milioni di cose che comprendono le emozioni. Dico questo perché quest’ultime sono un muro portante in ognuno di noi e quando si arriva a non percepire più una qualsiasi emozione allora l’anima diventa bianca e nera, come se fosse quasi malata.
Al giorno d’oggi, per tantissime ragioni, la maggior parte della gente si priva di camminare di pari passo con le proprie emozioni perché spesso e volentieri si lascia cullare da quella comoda e maledetta mediocrità che ci circonda.
Quasi sempre quando non sappiamo spiegare una cosa o non ce ne facciamo una ragione, noi esseri umani non cerchiamo semplicemente di “viverla”, bensì vogliamo comprenderla anche quando nella vita si palesano cose che non devono essere necessariamente capite e che non hanno una spiegazione logica ma è proprio questo il bello perché qui entrano in gioco le emozioni che non vanno né esaminate né analizzate, vanno vissute e basta. I pensieri possono mutare o addirittura certe volte tendiamo a metterli da una parte ma reprimere un’emozione, bella o brutta, sarebbe da pazzi, finirebbe con una grande implosione e credo che al mondo ci siano cose che prima di tutto dovrebbero far vibrare le emozioni, poi la mente.
Purtroppo nella società in cui viviamo se una persona si definisce caratterialmente “emotiva”, subito viene associata ad un qualcosa di poco solido e sicuro, come se fosse un po’ instabile, quando invece la reputo una caratteristica a dir poco meravigliosa perché il riuscire ad emozionarsi con un paesaggio, una melodia, con un abbraccio, con un ricordo o con qualsiasi altra cosa che ci permette di sentire quella sensazione magica, ormai è cosa rara e questa è un’immensa tristezza per l’umanità perché a giro, nel mio piccolo, vedo tanti, troppi cervelli e poche emozioni.
Mi metto le cuffie, pigio Play sul mio I-Pod e lascio che quelle parole scritte abilmente dal grande Mogol ed interpretate in modo superbo da Battisti, mi cullino in quel brividino, in quell’emozione che percepisco ogni volta che ascolto questa signora canzone.